Franco Cosimo Panini, Modena, 2008,edito per la collana "Biblioteca Impossibile".
Il manoscritto, miniato, ha al suo interno due caratteristiche: la pergamena purpurea e la crisografia, cioè la scrittura a lettere d’oro del calligrafo Pietro Antonio Sallando.
Le miniature, presenti nelle 432 pagine, sono opera del parmense Francesco Marmitta.
Legatura in argento cesellato con parti dorate, su fondo in velluto purpureo. Sui fermagli argentei, due piccoli rubini. Il volume di commento (17×24 cm.; 240 pagine) è curato da Andrea De Marchi.
Il Libro d'Ore Durazzo, così chiamato dal nome del suo ultimo proprietario, è un piccolo capolavoro del pittore e miniatore Francesco Marmitta. Un'opera sorprendente che si distingue da ogni altro codice devozionale a uso privato per due peculiari caratteristiche: l'impiego della pergamena purpurea e la crisografia, cioè la scrittura a lettere d'oro, qui tracciata da un maestro dell'arte calligrafica, Pietro Antonio Sallando, docente presso l'Università di Bologna.
L'orefice della pagina miniata. Artista splendido e sontuoso, dotato anche come orafo e intagliatore, il parmense Francesco Marmitta (1462/1466 ca. 1505) profuse le sue capacità in opere superbe tra cui, oltre al Libro d'Ore Durazzo, il bellissimo Messale di Domenico della Rovere del Museo Civico di Torino. Nelle pagine dei suoi capolavori, oltre a una delicata sensibilità di tocco e a spiccate doti paesistiche, sfoggiò la sua predilezione per gemme, medaglie e cammei, miniati con squisita fattura.
Una meravigliosa decorazione: La meditata ripresa della tradizione classica, evidente nell’uso della porpora e delle lettere d’oro, è confermata dal lessico ornamentale costituito da panoplie, medaglie, cammei e bucrani, mentre il linguaggio pittorico del Calendario e degli Uffici della Vergine rivela un aggiornamento sulle ultime acquisizioni della cultura figurativa bolognese, con particolare attenzione ad Amico Aspertini.
Tiratura limitata a 980 copie.
Esemplare n. 684 di 980.
Condizioni: nello stato di nuovo.