Testo iscrizione “Sub Iove deterior postquam consurgeret aetas Rura coarctavit limite quisque suo. Eque auro radiante orta est Argentea proles, Saucia tunc duro vomere luxit humus.” dal testo delle Metamorfosi Ovidio, Met., Libro I, vv. 113-124.
Al centro della scena si trova una giovenca sottomessa al giogo, colta nell’atto di arare un terreno, guidata da un uomo vestito da una sorta di pelliccia. Al suo fianco, nascosta sotto un cespuglio, si trova seduta una donna con un fuso. La coppia è contrapposta a un gruppo di persone che si vede all’estremità destra della composizione, tra cui spicca una figura recante in mano una cornucopia. Ciò che emerge è la volontà di rappresentare il lavoro nei campi, attività cui gli uomini sono dediti; nel secondo piano, infatti, di nuovo si vedono personaggi intendi ad arare i colli, servendosi di animali. Confusi nel paesaggio, si intravedono degli alloggi simili a capanne sotto cui si riparano altri gruppi di persone. Nella parte alta della composizione, imperante, appoggiato su un fascio di nuvole appare Giove, in compagnia dell’aquila.
Condizioni: rifilata al rame, numeri in basso abrasi, grande gora nella parte centrale bassa della lastra, piccole lacune, segni di nastro adesivo al retro in alto a destra e sinistra.